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panorama

Teresa Gargiulo

Vico Equense 1996

Vive e lavora a Meta

Studio visit di Alessandra Troncone
16 maggio 2022

Lo studio di Teresa Gargiulo è uno spazio intimo, privato, ritagliato all’interno della vita domestica. Uno spazio per azioni minime ma soprattutto per il pensiero, che viaggia a grande velocità tra queste mura per concettualizzare, e poi formalizzare, nuove intuizioni.

Diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli, Gargiulo si è fatta notare in occasione del premio JaguArt 2020, organizzato da Artissima e Jaguar Land Rover e dedicato alla ricerca di giovani talenti, vincendo la tappa napoletana e partecipando alle mostre dei finalisti. Da qui la mostra-premio nella galleria Tiziana Di Caro, che ha deciso di continuare a seguire il suo percorso. Proprio in occasione della personale in galleria, dal titolo Come disegnare un’isola (2021), Gargiulo ha presentato un primo corpus di opere realizzate negli anni immediatamente precedenti e in buona parte legate al progetto di tesi conclusivo del suo iter accademico. Partendo da una mappatura del suo studio a Vilnius – città dove ha trascorso un periodo di studio e dove si è anche trovata ad affrontare la fase più dura della pandemia –, l’artista ha identificato la sagoma di un frammento di quotidiano rimasto incollato sul pavimento che ha costituito l’incipit di una riflessione sulla relazione tra spazio e linguaggio. Da qui l’invenzione di un’isola, Ruenmp, idealmente localizzata nell’Oceano Pacifico, la cui sagoma tratteggiata a pennarello si arricchisce di indicazione relative a catene montuose, piccoli centri abitati e profondità del mare che la circonda, e che diventa anche luogo dove sperimentare formule di socialismo libertario intrise di valori comunitari. La lingua parlata dai suoi abitanti è anch’essa inventata ma basata sul principio della sostituzione, con l’inserimento di lettere che alterano parole conosciute trasformandole in fonemi criptici. Lo slancio a creare un luogo inesistente tratteggiandolo in tutti suoi aspetti – geografico, sociale, linguistico, climatico, ecologico – procede di pari passo con un ventaglio di tecniche e procedimenti in buona parte incentrati sul disegno, tra cui frottage e wall drawing. Questo lavoro si inserisce con notevole maturità concettuale e formale nel filone di ricerca sulle potenzialità espressive del linguaggio e sulla fondazione di luoghi utopici quali spazi di riflessione sui meccanismi che regolano la società. 

Tra i lavori in corso vi è il terzo e ultimo capitolo di un progetto iniziato nel 2020, Occhio e non quello che vi riposa, articolato in un libro d’artista, una serie di disegni a colore e un gruppo di sculture in resina in fase di produzione. Il tema è qui la reciprocità dello sguardo e la possibilità di ribaltare il punto di vista d’osservazione da soggetto a oggetto. A partire da dettagli rintracciati nel paesaggio esterno e in quello domestico, le forme inizialmente elaborate nei disegni prendono vita nelle sculture acquisendo autonomia e capacità di riconoscere l’altro da sé. A tale scopo, le opere saranno dotate di piccole telecamere in modo da restituire il loro sguardo, una composizione installativa ancora aperta nella sua definizione finale. Un altro progetto in via di finalizzazione è Piccola archeologia, una collezione di circa 60 pezzi realizzati in pannolenci colorato e imbottito che ricalcano le forme di frammenti di vetro. La loro sagoma, ottenuta dalla rottura casuale di una cornice, è motivo di riflessione sulla polisemia dell’immagine, aperta a diverse interpretazioni così come le parole. Infine in Embroidering Spaces, Erasing Forms la scrittura recuperata dai quaderni della scuola elementare serve a dar vita a frasi dalla forte carica evocativa, trasferite con il ricamo su tende leggere che abiteranno lo spazio.

Nonostante la giovanissima età, che ancora si rintraccia nella volontà di affidare al racconto alcuni aspetti del lavoro piuttosto che demandarli all’opera stessa e giocare fino in fondo con la componente ambigua che vuole esserne un aspetto fondante, Teresa Gargiulo mostra una consapevolezza delle premesse concettuali della sua ricerca che si traduce anche nella padronanza di tecniche diverse. Dietro la leggerezza disincantata, ironica, ludica, dei suoi lavori si celano numerosi input di approfondimento che intercettano linee di ricerca internazionali e che fanno ben sperare per la sua crescita artistica.