Pasquale Pennacchio, Caserta 1979, vive a Napoli; Marisa Argentato, Napoli 1977, vive ad Abu Dhabi
Studio visit di Alessandra Troncone
Costituitosi come duo nel 2001 nel corso degli studi in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Napoli, Pennacchio Argentato ha poi frequentato la Staatliche Hochschule für Bildende Künste a Francoforte dal 2006 al 2009. Alle prime mostre personali a Via Farini a Milano e alla galleria T293 a Napoli nel 2002, ne sono seguite numerose altre in Italia e all’estero, tra cui quelle al Midway Contemporary Art di Minneapolis (2010), al MUSAC – Museo di Arte Contemporáneo de Castilla y León e alla Wilkinson Gallery a Londra (2012 e 2014). Dal 2016 il duo è rappresentato dalla Galleria Acappella a Napoli, dove ha esposto nel 2016, 2018 e 2020. L’opera UB1 (Umore blu) del 2002 è installata permanentemente nella stazione di rione Alto a Napoli per Le stazioni dell’arte, progetto di arte pubblica della metropolitana di Napoli. Pur non vivendo nella stessa città, il dialogo tra i membri del duo è quotidiano e la progettazione condivisa nei minimi dettagli, anche a distanza.
Il lavoro di Pennacchio Argentato si configura sin dagli esordi come un’indagine sulla relazione tra il corpo e l’ambiente. Le prime opere sono fotografie di calchi di oggetti e persone realizzati in paraffina, materiale che tende alla liquefazione e per questo non si presta a durare nel tempo. Fotografia e calco condividono, come affermano gli stessi artisti, l’elemento indicale nell’accezione semiotica: stanno per qualcos’altro e ne evocano la presenza, pur nell’assenza fisica. In una fase successiva, è la modellazione scultorea ad assumere un peso più rilevante, che spesso chiama in causa il corpo attraverso le tracce che questo è in grado di lasciare sulla materia mentre viene plasmata, sia essa resina o plexiglass. Pennacchio Argentato crea dunque opere che conservano una natura ambigua, tra l’oggetto d’uso comune, l’elemento architettonico e il carattere antropomorfo, come le sculture in cemento della serie Untitled presentate a Minneapolis nel 2010. L’ambiguità torna nel gioco illusorio dei volumi, dove superfici bidimensionali appaiono tridimensionali e il colore interviene ad aggiungere un effetto attraente e straniante al tempo stesso.
Nella continua ricerca e sperimentazione sui materiali e sulle possibilità cangianti del colore (come nella serie Alternate Future, iniziata nel 2014), Pennacchio Argentato non rinuncia a una presa diretta su argomenti di grande attualità. Difatti, i suoi progetti nascono spesso come risposta a eventi contemporanei e a dibattiti in corso: la crisi economica, le proteste studentesche, lo sfruttamento delle risorse fossili, l’avvento delle biotecnologie, il lato oscuro di internet, il cambiamento climatico, sono alcuni dei temi che delineano la riflessione generale rispetto agli effetti del capitalismo sulla società contemporanea che permea da sempre tutta la ricerca del duo.
Allo stadio attuale Pennacchio Argentato sta lavorando in previsione di una sequenza di mostre in programma tra il 2023 e il 2024, tra cui una nuova personale alla Galleria Acappella nel prossimo autunno. Continua la riflessione sugli effetti del cambiamento climatico sul paesaggio e sulla relazione tra superficie e sottosuolo. Rientrano in questa ricerca le opere che riprendono alcuni lavori già avviati nel 2016, come Breathe and Imagine Your Body to Expand with Each and Every Breath. As You Move in that Positive Flow, Keep Breathing as You Drift, Flow and Melt Away, e che consistono in immagini di ghiacciai impresse su supporti in resina e trasformate in oggetti tridimensionali, cui il duo intende conferire una dimensione ancor più ambientale. Parallelamente, è in produzione una nuova serie di calchi che parte da pezzi di terreno per restituirne crepe e tracce dell’uomo come rimanenze fossili e sui quali gli artisti intervengono ancora una volta con il colore. Nella produzione più recente compaiono anche sculture figurative, immagini chiaramente riconoscibili ─ quando non addirittura iconiche ─ che rischiano di rendere più esplicativo l’approccio ai temi sinora indagati in maniera sottile e ironica.
La forza del lavoro di Pennacchio Argentato risiede in una precisa ricerca formale e materica che caratterizza opere dotate di un grande appeal estetico, in grado di attirare per la loro enigmaticità e per i colori sgargianti e, così facendo, di riportare attenzione critica su temi del nostro presente.