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panorama

Paolo Ciregia

Viareggio 1987
Vive e lavora a Viareggio
Studio visit di Alessandra Troncone realizzato il 30 gennaio 2024
26 marzo 2024

A colpire, del lavoro di Paolo Ciregia, è la lucidità con cui l’artista si confronta con il potenziale comunicativo dell’immagine e, al tempo stesso, con i rischi che questo racchiude. Il precedente studio visit all’artista, curato da Angel Moya Garcia, ha evidenziato come Ciregia abbia tramutato la sua esperienza da fotoreporter, dunque incentrata su una fotografia di tipo documentaristico, in un approccio al reale che guarda alla materia, lavorando su un’idea di traccia che perde il contatto ‘visivo’ con il suo referente. In tal senso, è interessante sottolineare che la formazione dell’artista parte dagli studi in geologia, mentre la tecnica fotografica è stata appresa da autodidatta. Il rapporto tra l’immagine e il fenomeno che l’ha generata resta dunque un nodo cruciale nella sua pratica artistica.

Il passaggio dalla fotografia di reportage a una produzione più diversificata, che si avvale di diversi mezzi espressivi, ha coinciso con la metamorfosi di un paese, l’Ucraina, che Ciregia ha iniziato a frequentare nel 2010 e di cui ha potuto registrare tutti i cambiamenti sociopolitici dell’ultimo decennio. Alla velocità degli scatti realizzati per saziare la domanda costante di notizie dal fronte bellico, ha deciso di contrapporre la lentezza dei processi, dando vita a progetti che si sviluppano sul lungo periodo. La sua pratica appare fortemente radicata nelle procedure del concettuale storico e può essere messa in relazione con quegli artisti che hanno scelto di ricorrere a un atteggiamento analitico e rigoroso per esplorare un universo intimo e domestico. In particolare, l’utilizzo di procedure di mail art, a partire dal 2015, con Postcards from the Frontline, nel quale l’artista ha chiesto a ragazzini ucraini di raccontare cosa è cambiato dopo lo scoppio della guerra attraverso cartoline a lui indirizzate, rappresenta l’esempio di come i procedimenti ‘freddi’ dell’arte concettuale possano essere piegati a una forma di racconto che lascia affiorare risvolti di natura sociale e politica.

La riflessione sulla precarietà della scena politica europea, ma anche su temi più generici legati alla violenza, all’emersione (o al ritorno) di ideologie controverse, alla sopraffazione del potere e all’esclusione di determinate categorie, rappresenta un aspetto interessante e aperto a ulteriori sviluppi, ma sempre declinato in una forma estetica che vuole attirare l’attenzione per poi incoraggiare un approfondimento.

Al momento di questo studio visit l’artista sta portando avanti progetti già avviati, nello specifico Impressions (2023) e Tracking (2020). Nel primo, Ciregia fa pervenire lastre preparate con zinco e cera molle in alcune città dell’Ucraina segnate dalla guerra, sulle quali le persone del posto sono invitate a imprimere parti del proprio corpo. Le lastre vengono poi sviluppate al rientro in Italia, lasciando emergere le immagini realizzate per contatto. Tracking è invece il racconto dei viaggi compiuti da un registratore acceso e imballato, iniziati durante il lockdown (quando solo alle merci era permesso circolare) ed estesisi ora al territorio ucraino, inaccessibile per la guerra in corso. La restituzione sonora del lungo tragitto diviene racconto di un viaggio impossibile ma ancorato alla sua ‘normalità’, evidenziando le limitazioni imposte dall’essere umano. Tra gli ultimi progetti realizzati c’è inoltre Same Matter (2023), dove scarti di lavorazioni in bronzo provenienti da produzioni di artisti noti sono recuperati ed elevati a rango di opera finita, ma firmata da un nuovo autore.

La ripetizione di alcuni procedimenti e l’estensione di tali progetti nel tempo può portare il rischio di una chiusura in procedure ‘standard’ che conducono a soluzioni simili; se da un lato tale approccio vuole esplicitamente rinnegare l’istintività del gesto, al tempo stesso sarebbe interessante una diversificazione che valorizzi ulteriormente i temi di volta in volta affrontati.

Tra le opere più recenti è probabilmente proprio Same Matter a indicare una strada diversa, in quanto conserva il riferimento alla memoria e alla traccia ma lo sviluppa in una dimensione ancora più aperta, insistendo sia sulla qualità estetica del prodotto finale, sia sul risvolto autoriale che apre nuovi, stimolanti interrogativi.