Cerca
Close this search box.

panorama

Niccolò De Napoli

Cosenza 1986

Vive e lavora a Cosenza e a Roma

Studio visit di Alessandra Troncone

Con lo studio a Cosenza ma con un piede anche a Roma, Niccolò De Napoli è rientrato in Italia nel 2018 dopo gli studi all’Akademie der Bildenden Künste a Vienna, nella classe di Judith Huemer e poi di Heimo Zobernig.

Tra i progetti presentati in spazi istituzionali è rilevante menzionare Misconception: A Way to Misunderstand Reality, con Michele Tiberio a Palazzo Branciforte a Palermo nel 2018 (tra gli eventi collaterali di Manifesta 12), e From the Inside¸ vincitore del premio “L’Arte in gioco”, con una mostra personale nel main space di Fondazione Made in Cloister a Napoli nel 2019. Nello stesso anno è risultato vincitore del Premio Italia-Cina, promosso dai ministeri degli Affari esteri e dei Beni e delle attività culturali, insieme con l’Istituto italiano di cultura di Pechino, l’IGAV – Istituto Garuzzo per le Arti Visive e il National Art Museum of China (NAMOC).

La ricerca di De Napoli punta a coniugare un approccio scultoreo che interroga oggetti e aspetti del reale con una propensione a indagare fenomeni di natura sociale e culturale. La formazione in ambito viennese lo ha portato a una progressiva riduzione della forma, che rievoca elementi del vivere quotidiano senza però chiamarli in causa direttamente. Spesso in precario equilibrio o luogo di tensione tra materiali dalle diverse proprietà, le sue sculture incarnano leggerezza mista a una nota di ironia. Parallelamente, molti dei suoi progetti nascono da dinamiche relazionali attivate in contesti specifici, restituite in una pluralità di linguaggi artistici che comprendono l’installazione e il video. È esemplificativo in tal senso il progetto presentato a Palazzo Branciforte, il cui punto di partenza è stato un approccio diretto con alcuni componenti della comunità Rom e Sinti di Palermo, da cui è derivata una precisa scelta di simboli e materiali che richiamano usanze e approcci al quotidiano di tali gruppi.

Nel suo lavoro si riscontra una volontà di rimodulazione della realtà che passa attraverso i suoi elementi strutturali, ma al tempo stesso contempla come forze in gioco anche l’apporto umano e sociale. In tal senso, la sfida della restituzione formale resta sempre aperta, suscettibile di accidenti e imperfezioni che si fanno specchio di una metodologia di indagine e di lavoro.

Dopo un periodo di rallentamento nella fase pandemica (cui si deve anche la posticipazione della residenza in Cina derivante dal premio del 2019), De Napoli ha partecipato in tempi recenti alla mostra collettiva Bagni misteriosi a Ostia, organizzata da Contemporary Cluster, dove ha presentato un nuovo lavoro al neon che riporta la scritta “Immaginare stanca”. Nata dall’esperienza del lockdown, l’opera insiste sulla contrapposizione tra l’attività mentale e quella fisica, riflettendo sul concetto di produzione in senso esteso, che arriva a toccare anche il lavoro artistico-creativo. De Napoli è inoltre impegnato in un ampliamento della sua ricerca scultorea, che include una nuova sperimentazione su materiali quali il marmo e il feltro, così come l’inserzione di elementi meccanici, sempre con uno sguardo a oggetti afferenti alla sfera quotidiana da reinventare in chiave poetica e astratta.

Nella dichiarata volontà dell’artista di non vincolarsi a una cifra stilistica specifica, emerge una varietà di soluzioni che rischiano di perdersi in una ricerca puramente formale che, seppur fluida e mai rigida, sembra a tratti svincolarsi troppo da quel reale da cui dichiara di voler prendere le mosse.

Più stimolante risulta l’approccio di De Napoli a progetti site specific, che propongono una reinvenzione poetica di luoghi e rapporti umani, rivelando la capacità di mettersi realmente in gioco nella lettura di una realtà complessa e stratificata. In tal senso, ricorrere al linguaggio video e installativo presenta aspetti degni di interesse e merita, probabilmente, un’attenzione maggiore e un’esplorazione più costante e continuativa da parte dell’artista.

foto Giovanni Perfetti
foto Giovanni Perfetti