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panorama

Marco Scarcella

Messina 1999
Vive e lavora a Scaletta Zanclea
Studio visit di Marcello Francolini

Il percorso da Messina a Scaletta Zanclea, per raggiungere lo studio di Marco Scarcella, è a ritroso nel passato mitico, in quel punto dove Minosse approdò, coi suoi, alla ricerca di Dedalo, come se lo immaginò Bruegel nel punto dove fu La caduta di Icaro (1558). Si può così parlare di un certo senso del limite, radicato nelle genti di Sicilia, per cui, può essere probabile che ricercando la propria memoria oggi, si ritrovi quella linea di contorno come premessa logica alla forma? Difficile poter rispondere direttamente a questa domanda, eppure tracce di questo linearismo sono evidenti nella giovanissima ricerca di quest’artista, com’è evidente dall’opera Monumentum (2022), finalista al PNA 2022 (Premio Nazionale delle Arti). Qui, il modo di conservare la propria memoria ritrova il modo della memoria classica, per cui il concetto tradotto in immagine è estratto dalla materia viva del sogno che altera lo spazio concreto in spazio trascendente. Quale rapporto di prossimità emotiva si può avere con un torchio? Noi vi mettiamo i nostri pensieri direttamente su carta, perché allora non metterci i ricordi direttamente dalle materie concrete? Così abbiamo un trittico il cui centro è occupato dal segno del muro impresso a secco e, ai lati, le estensioni della medesima azione, a destra la fotografia della parete con la parte mancante utilizzata per la stampa, a sinistra la verbalizzazione del gesto composta dai restidel prelievo. Il limite della bidimensonalitàdel trittico sfocia quasi nell’oggettualità di una teca. Le tracce devono essere ricomposte dalle relazioni esperenziali dell’osservatore che, ripercorrendo l’azione dell’artista, tramuta il proprio dolore in una forma di significazione ulteriore dello spazio reale. Per un verso un’opera non può dire molto, ed è vero con ciò che questo giovane artista ha fatto ancora poco per conquistare tale appellativo, ma la sua produzione, seppur ancora iniziale, mostra una maturità che va oltre la sua cronologia di studente dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. L’incontro con alcuni artisti protagonisti della stagione dell’opera ambientale come Gian Maria Tosatti ed Eugenio Tibaldi devono averlo iniziato al concetto di espansione dell’opera d’arte senza tuttavia lasciare la superficie. È come se la ricerca di Scarcella mostrasse lo sforzo di riportare l’azione dell’ambiente come traccia ridotta sul piano della tela. Inter-Azioni (2022) è un’installazione prodotta nell’ingresso dell’ex fabbrica Olivetti a Marcianise (CE), con un chilometro di corda arancione disposta come una rete neuronale di collegamento tra le fughe prospettiche dell’ambiente (dal cancello verso l’interno della fabbrica, verso l’esterno della zona urbana). Qui agisce attivando mentalmente un luogo sospeso, ovvero chiuso e non fruibile, in cui il reticolato rende praticabile con l’immaginazione le zone dell’edificio non calpestabili fisicamente. In occasione della sua prima residenza, per il Simposio Internazionale di Land Art, a cura di Carlotta Cernigliaro nella storica villa omonima, Scarcella realizza Eremus (2023), un rifugio temporaneo che strizza l’occhio alla forma di una cappella di campagna. Ispirata alla Porziuncola di Assisi e a all’agire francescano, riporta il concetto di cura-delle-cose, al fine di mantenerle così come sono, rendendole al tempo stesso cariche di un significato “altro”. Il legno stesso del parco, flesso e ricomposto come un arco che appena distingue l’intervento minimo dell’uomo, simile a quello della natura, dell’arco di volta, dall’antro della roccia a quello della casa. Eremo è qui indicazione dell’unico luogo materiale/immateriale, sospeso, in cui trova senso l’azione del raccoglimento, che è duplice, fisica e spirituale. Scarcella qui mostra una coerenza rispetto alla ricerca in atto in Italia, presso le nuove generazioni, quelle agenti negli anni Venti del XXI Secolo, per cui il display è il luogo stesso dell’accadere degli eventi secondo un’estensione che si nutre di nuova realtà da intendersi nella doppia cifra di virtuale/reale. Questa nuova realità, che vive la crisi di valori come nuova esistenza, muove nella ricerca di questi nuovi artisti dal bisogno di legarsi a una eventualità prossima reale, di ciò che è possibile toccare e che da ora è possibile traslare di segno aprendo alla dimensione ulteriore dello spirito.