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panorama

Goldschmied & Chiari

Sara Goldschmied, Arzignano 1975; Eleonora Chiari, Roma 1971
Lavorano come coppia di artiste dal 2001 a Milano
Studio visit di Elisa Carollo

Goldschmied & Chiari rappresentano un unicum nel panorama dell’arte contemporanea italiano, come duo al femminnile che ha portato avanti una esplorazione multimediale radicale di tematiche che intrecciano femminismo, ecologia, artigianalità e attivismo. Da oltre vent’anni le artiste pongono al centro della propria ricerca la convinzione che l’immaginazione e l’interazione con il pubblico siano le uniche dimensioni possibili per un’opera d’arte che voglia essere agente di resistenza ed azione.

I rave negli anni Novanta sono, del resto, il background da cui ha preso inizio la loro pratica, un contesto dove video, fotografia, musica e performance erano linguaggi sperimentati liberamente, in una simbiosi multimediale di rivendicazioni identitarie e commento irriverente delle norme sociali.

Al momento del nostro incontro le artiste stavano lavorando a una nuova serie di Untitled Views, una parte più recente della loro produzione. Pensate come installazioni al confine fra scultura e performance, queste seducenti fantasmagorie su specchio sono caratterizzate da una singolare combinazione estetica e concettuale di fisicità, dinamicità, interattività, del tutto coerente con la loro ricerca: risultato di un complesso processo di stampa su vetro e specchio, di foto, performance con fumogeni da stadio, queste superfici riflettenti costringono l’osservatore a un confronto con la propria immagine, diventando a sua volta agente attivo nella scena di percezione con l’opera d’arte che, al contempo, risulta aperta anche al contesto dove è collocata, variando a seconda delle condizioni ambientali e di luce.

Parallelamente, a partire dalla pandemia il duo ha iniziato a lavorare ad opere in vetro di Murano, dove sessualità e sensualità femminile vengono sublimate elegantemente in forme fitomorfe: seducenti, pericolose ma fragili, queste opere vogliono essere un’allusione alla resilienza dell’essere femminile, in una riflessione materica e poetica fra trasparenza, dimensione alchemica, pigmenti e polveri.

Dalle performance, installazioni e fotomontaggi più direttamente politici e provocatori del primo periodo alle produzioni recenti, costante pare la volontà del duo di perseguire una pratica artistica capace di avere un carattere trasformativo della società: guidare l’osservatore in un confronto attivo/partecipativo con i temi scomodi del nostro tempo, come le tematiche di genere o ecologiche, con opere che possano sedurre, attrarre piuttosto che provocare, vincendo l’insofferenza e l’indifferenza che solitamente si attivano come resistenza a temi scomodi. Anche per questo, muovendosi spesso fra l’alchimia e la prescienza, le artiste esplorano una dimensione magica e già post-ideologica, creando eterotopie, spazi “altri”, mondi dentro mondi, che inquietanti, intensi, incompatibili, contraddittori o trasformanti, rispecchiano e allo stesso tempo sconvolgono la realtà.

Questa capacità di attivazione simultanea di pensiero e immaginazione attraverso la fascinazione è sicuramente uno dei punti di forza delle opere di Goldschmied & Chiari, in linea con la ricerca di artisti come Mika Rottenberg, dove ironia, parodia e critica sociale agiscono tramite un regime estetico e linguistico fra incredulità, shock e repulsione, che punta a un effetto più duraturo nei pubblici.

A ciò si unisce una genuina predisposizione delle artiste al lavoro collaborativo, che rinuncia all’idea di individualità dell’opera e permette l’apertura a collaborazioni artigianali, divenendo terreno fertile di scambio in termini di valorizzazione e innovazione del know how locale.

D’altra parte, alla seducente estetica adottata, soprattutto nelle opere più recenti, si associa il rischio di un potenziale collocazione del loro lavoro in un ambito decorativo o di design che, in assenza di una consapevolezza della poetica che lo ha generato, potrebbe sminuire la capacità che esso ha di coniugare in modo originale estetica e concetto.

Foto Michele Alberto Sereni