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panorama

Gabriele Silli

Roma 1982
Vive e lavora a Roma
Studio visit di Marco Bassan
12 aprile 2024

Il lavoro di Gabriele Silli si immette nel mondo nello stesso modo con cui un serpente lascia la muta della propria pelle al suo passaggio. Opere che sono tali solamente quando escono dallo studio perché, finché rimangono dentro lo spazio di lavoro o quando decidono di rientrarci dopo una mostra, sono indistinguibili dalla massa informe di materia che l’artista lavora e che si moltiplica esponenzialmente, mescolandosi e ricombinandosi in una perpetua generazione.

Disturbo, pericolo, bilico e caduta sono le percezioni che vengono alterate nello sguardo dello spettatore, Silli separa da sé appendici del proprio immaginario per farne delle opere che hanno come scopo quello di interrompere la pigra percezione di chi guarda. Il lavoro, composto di oggetti, materie organiche e sostanze chimiche, sembra essere fragile, ma viene lavorato per diventare durissimo e per assicurarne il mantenimento e l’utilizzo all’interno dei contesti espositivi.

L’artista si immagina fuori dalla grammatica dell’arte contemporanea ma la sua formazione filosofica gli permette di inquadrare bene il lavoro all’interno di una tradizione italiana che passa da Cuoghi a Calò, ispirandosi a maestri come Peter Buggenhout e Alberto Burri. Seppur lontano dalla sua poetica, la vicinanza in giovane età con il lavoro enciclopedico e generativo di Gianfranco Baruchello ha ispirato il fare artistico di Silli che cerca di mostrare come il mondo interno, per quanto impalpabile e inafferrabile, possa in realtà essere mostrato e materializzato e quindi influenzare e sconvolgere il visitatore più di quanto possa fare il mondo visibile.

Al momento sta lavorando a una mostra collettiva per Palazzo dei Capitani ad Ascoli e al progetto per un’opera ambientale di grandi dimensioni: il letto di un fiume che si estende per oltre 20-30 metri all’interno di uno spazio espositivo museale, un tentativo di dialogo tra l’intimità di spazi interni e le dimensioni ciclopiche del mondo naturale.

La suggestione che la materia esercita sull’artista e l’intelligenza scultorea di Silli, portano con sé il rischio di diventare una fascinazione fine a sé stessa, disconnettendo il lavoro dal contesto e soprattutto dall’epoca storica in cui l’artista lavora. Riuscire a riconnettere la materia con il simbolico e la vita interiore con il mondo, può permettere al lavoro di Silli di parlare non solo agli occhi e alla pancia ma anche alla testa e allo spirito di chi accidentalmente lo incontra sul proprio cammino.

Silli appartiene a quella categoria di artisti per cui non esiste separazione tra la vita e l’opera, e per questo ogni opera gode di una forza generativa che si nutre costantemente delle esperienze private dell’artista.

Per questo motivo la sua arte si manifesta nello spazio come se fosse stata espulsa dall’interiorità dell’artista, aliena, apparsa nell’ambiente per caso come un meteorite caduto dal nulla.

Foto di Niccolò Berretta