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panorama

Francesca Rossello

Pisa 1992

Vive e lavora a Ripafratta

Studio visit di Angel Moya Garcia

Francesca Rossello ha conseguito la laurea magistrale in Arti visive e nuovi linguaggi espressivi presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 2019. Attualmente vive a Ripafratta, una piccola frazione del Comune di San Giuliano Terme ai piedi del Monte Pisano (tra Pisa e Lucca). La sua poetica parte da un’osservazione profonda della natura che la circonda e si declina in vari linguaggi, con una particolare prevalenza della scultura e del ricamo.

L’interazione con il contesto e il dialogo con lo spazio e con il tempo, la registrazione del respiro di un albero, nel lavoro In dialogo con un Acero, o l’analisi della sua crescita in Anima, il video del movimento del vento nell’opera In dialogo, il lavoro di sottrazione attraverso procedimenti chimici in Riposo naturale, l’osservazione di un formicaio nella serie Anthill, o dei percorsi svolti dalle lumache in Trails, attraversano la sua ricerca, basata sull’osservazione del paesaggio e sull’esclusione della presenza umana, a favore delle tracce invisibili ad essa.

Nel contesto dell’arte attuale, il lavoro di Rossello, analitico da una parte e istintivo dall’altra, si inserisce in quelle pratiche in cui il contesto naturale esiste e sussiste a prescindere della presenza dell’essere umano. Emerge istantaneamente la relazione con tutti gli artisti che hanno in qualche modo declinato o assorbito il pensiero ecologico di Gilles Clement o di Stefano Mancuso, come Piero Gilardi, Ugo Schiavi, Emmanuel Louisgrand o Ugo La Pietra, e con tutta una serie di pratiche artistiche che propongono letture critiche, strategie di sopravvivenza, strumenti di ricerca, cura e supporto per affrontare le crisi ecologiche e sociali che attraversiamo.

Attualmente è in corso la mostra Appunti su questo tempo, al Museo del ricamo e del tessile di Valtopina, a cura di Barbara Pavan, che si sposterà nella sede di CasermArcheologica a Sansepolcro. I lavori più recenti sono delle fusione in bronzo che riproducono funghi somiglianti a orecchie. Il fungo è un elemento a metà tra l’animale e il vegetale e quindi il lavoro si sviluppa come se le sculture si attaccassero agli alberi, creando un’installazione dilatata ed espansa, in un bosco che si configura attraverso la formalizzazione dell’ascolto di ciò che è intorno, come traduzioni delle percezioni ambientali e come una sorta di collegamento tra loro e noi che le osserviamo. Non si tratta di un calco dei funghi in quanto questi rimangono all’interno della colata di bronzo per cui la loro anima rimane sempre viva, parte integrante della scultura.

Sicuramente uno dei primi elementi che emerge, in gran parte dei suoi lavori, è la estrema pulizia nella formalizzazione di essi. Un’accurata presentazione, studiata nei minimi dettagli, che intrappola i lavori, li confeziona in modo rigido e li priva di quel margine di imprevedibilità e di mancanza di controllo che caratterizza l’ambito naturale. Questo apparante paradosso, l’astrazione portata al limite della natura osservata, a fronte alla complessità dell’elemento di indagine, potrebbe essere letto in modo contrastante e dicotomico.

Tuttavia, Francesca Rossello riesce ad afferrare un processo inarrestabile, qualcosa che non riusciremo mai a cogliere completamente, a controllare o a trattenere, attraverso un percorso di sintesi concettuale e formale. L’inserimento di ‘errori’ nascosti, celati, quasi invisibili, invita il pubblico a prestare attenzione, a porsi in un atteggiamento di riflessione e di ascolto, suscitando il desiderio di poter replicare questa stessa attenzione e questa capacità di ascolto, una volta usciti dal suo studio, o da una sua mostra.