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panorama

Formafantasma

Studio di design e ricerca fondato nel 2009 da Andrea Trimarchi (Bolzano 1983) e Simone Farresin (Malo 1980)
Vivono e lavorano a Milano e a Rotterdam
Studio visit di Edoardo De Cobelli
27 aprile 2024

Il design, l’architettura, l’arte, la museologia sono solo alcune discipline in cui si muovono liberamente Andrea Trimarchi e Simone Farresin. Della figura del designer – da cui entrambi, dalla Design Academy di Eindhoven, iniziano – potremmo prendere ed estendere la definizione di Bruno Munari, che lo vedeva come «colui che non ha una visione propria del mondo in senso estetico, ma vede nel suo operare un modo per affrontare i problemi». La visione estetica di Formafantasma nasce dall’attenzione rigorosa al contesto, al processo e infine ai dettagli di un determinato progetto. Gli interventi superano i temi legati a tecniche e materiali per abbracciare una dimensione sociale e discorsiva, che appare oggi come una maniera olistica di pensare il design. È un’estetica dell’operare, più che una visione del mondo; o meglio una forma di agire che trascende la materia: appunto, Formafantasma.

Anche se lo studio è composto da oltre dieci persone, a stupire è la quantità di progetti che sono in grado di seguire in un anno, quasi quaranta. Passare da un progetto all’altro durante l’insegnamento in Olanda, sostiene Andrea, con mentorship di quindici minuti, è probabilmente servito molto come scuola in questo senso. La dimensione lavorativa più commerciale dello studio di architettura si compenetra spesso con l’attenzione rivolta alla ricerca, rendendo labili i confini tra l’una e l’altra.

Il progetto Archivio Massimo, che celebra i cinquant’anni della galleria di Massimo Minini, è certamente un prodotto (un allestimento), ma è anche molto di più: il tema dell’archivio è stato uno dei temi centrali negli ultimi vent’anni, e sappiamo bene che organizzare un archivio è una forma per organizzare e racchiudere una parte del mondo, rileggendone la storia e reinterpretandola per i futuri lettori. Ampliando il discorso all’exhibition design, si può cogliere, nei casi delle due mostre Eccentrica al Museo Pecci di Prato e Oltreterra al Natjonalmuseet di Oslo a cui hanno lavorato nel 2023, come i temi dell’ecologia, della sostenibilità museale e della relazione tra uomo, mondo e animali si intreccino in più progetti. Studiare e osservare lo sviluppo della lana non è solo il tema della mostra norvegese, ma anche l’approccio metodologico del duo nel progetto di Prato, dove l’allestimento nasce da una collaborazione con Manteco, riutilizzando scarti di lana lavorata.

La dimensione di ricerca di Formafantasma ha trovato espressione, tuttavia, in particolar modo nelle occasioni di maggior libertà, come quella offerta dalla Serpentine Gallery nel 2020, che diede vita all’esposizione Cambio, o nel format Prada Frames, un simposio giunto alla terza edizione e che cade durante il Salone di Milano. L’edizione di quest’anno, composta da numerosi panel e incontri, si è svolta in un’atmosfera a tratti intima, nella Casa Bagatti Valsecchi, intorno al tema della domesticità, dissezionato in diversi ambiti e letture, come quella rivolta ai temi di genere che ha coinvolto anche Paul B. Preciado.

Il tema della sostenibilità fa da cornice ai progetti di Formafantasma fin dall’inizio in maniera intellettualmente coerente. Difficile discernere oggi, tuttavia, quanto un rapporto alla sostenibilità di natura metodologica sia la strada per trovare una concretezza di risultato o più una forma strategica di ripensare la disciplina e metabolizzare le istanze del presente, senza in fondo correre i rischi.

Certo è che il duo è rappresentativo, anche sul piano internazionale, di interpretazione culturale delle criticità che gravitano intorno al tema ─ sia come attori che come mediatori – all’interno del format di Prada. Che questo sia una forma di necessità nei confronti del dibattito odierno, o piuttosto una doppia forma di assunzione di responsabilità rispetto alle sue urgenze, come sembrerebbe essere nel loro caso, è in fondo doveroso chiederselo nel mettere in prospettiva, in questi ultimi anni, qualunque ricerca sul tema.