Padova 1972
Vive e lavora in Versilia
Studio visit di Angel Moya Garcia
15 dicembre 2023
In uno studio dove nulla poggia mai a terra e quasi tutto è organizzato in maniera mobile, come i tavoli da lavoro su ruote o le sculture su bancali di cui condividono provvisorietà e dimensioni, Fabrizio Prevedello trova il proprio spazio in cui ritirarsi quotidianamente. Dopo il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara si trasferisce a Berlino dove trascorre diversi anni per tornare poi a vivere in Italia, in Versilia, nel 2002. La posizione dello studio, situato ai piedi delle Alpi Apuane, è sicuramente un aspetto fondamentale delle sue opere, in quanto il territorio diventa ispirazione, soggetto vero e proprio di varie opere e anche bacino di raccolta della gran parte dei materiali che utilizza.
La ricerca scultorea di Fabrizio Prevedello, come sottolinea Davide Daninos «è contraddistinta dal continuo incontro di materiali di produzione industriale e di origine naturale, il cui dialogo è mediato dall’artista alla ricerca di un equilibrio statico e compositivo che non risolva né annienti tale complessità interna, ma anzi, utilizzi i suoi risultati formali per offrire all’occhio di chi guarda più domande che risposte immediate». La pesantezza di materiali come lastre di cemento armato, marmo, grandi sassi, travi di ferro e lastre di vetro si intreccia con la leggerezza di elementi vegetali creando un bilanciamento in cui il paesaggio e, soprattutto, il tempo diventano urgenze da condividere e istanze collettive. Il suo sguardo si pone, in questo senso, come catalizzatore di un processo inarrestabile, come attivatore di attenzione rispetto a una realtà che ha attraversato prima di noi e che ci svela attraverso ritagli di essa. Un approccio in cui ogni lavoro si presenta come se fosse una lente di ingrandimento o una torcia con cui illuminare una particella di un insieme più grande.
La sua posizione contrasta con la ricerca della novità o con posizioni teoriche strettamente contemporanee. È una ricerca che si conforma al racconto di un tempo stratificato, come il naturale sviluppo di una tradizione senza rotture o cambi di paradigma, come l’inserimento di un frammento in più all’interno di una storia di cui siamo parte. Gli approcci scultorei classici, minimalisti e razionalisti, convergono nei colori mai accesi o nella ruvidità e nella funzionalità dei materiali che vengono lavorati in continuità estetica e poetica con alcuni dei grandi scultori del Novecento come Giuseppe Uncini o Constantin Brâncuşi. Una continuità evidente nei suoi lavori a parete, che instaurano una relazione epidermica e strutturale con lo spazio o in quelli tridimensionali che si innalzano verso il soffitto tentando di trafiggerlo per andare oltre i limiti imposti.
Al momento di questo studio visit Prevedello stava lavorando a una nuova scultura, realizzata in collaborazione con un’azienda ligure e poi presentata a novembre con la cura di Antonio Grulli, e stava preparando anche una personale da Cardelli e Fontana a Sarzana e un intervento allo Spazio COSMO a Milano, entrambi per il 2024. Progetti dove, inesorabile, continua la sua ricerca, di costante giustapposizione di elementi destinati a durare nel tempo con altri transitori e fragili, spesso ricreati ogni volta che l’opera viene installata. Risulta curioso come tutti i lavori in studio siano coperti da tessuti bianchi per proteggerli dalla polvere, in un assetto che sembra sottrarli al tempo.
Sicuramente, la riluttanza a indagare o ad approcciarsi a determinate problematiche di carattere contingente, ma anche sociale e politico della contemporaneità, può indurre una lettura isolata e marginale del suo lavoro rispetto alla realtà, così come la continuità sostanziale con la tradizione artistica, che sembra precludere ad esso la presa su un futuro dell’arte orientato verso tutt’altre questioni, interrogativi o letture.
Tuttavia, immersi in un sistema in cui molti artisti seguono pedissequamente le estetiche o i codici più attuali, veloci e imminenti, senza una reale analisi di ciò che sta accadendo, lo studio visit con Fabrizio Prevedello consente di potersi fermare a guardare con maggior attenzione tutto ciò che è intorno a noi ma anche indietro, sospendendo la ricerca affannosa sul presente, per poggiare i piedi saldamente nel luogo in cui siamo, con il solo scopo di osservare un processo fisico e temporale che ci sovrasta.