Effe Minelli, Pompei 1988
Vive e lavora a Torre del Greco
Studio visit di Chiara Pirozzi
Effe Minelli muove la sua ricerca negli ambiti della scultura e della performance. La sua formazione avviene in ambito internazionale e in particolare all’Università delle Belle Arti di Amburgo e all’Accademia di Belle Arti di Vienna, seguendo nelle rispettive istituzioni gli insegnamenti di Thomas Demand e Monica Bonvicini. Se gli anni della formazione hanno trattenuto Effe Minelli fuori dal contesto italiano, è nel 2018 che l’artista sceglie di ritornare in Italia, dapprima trascorrendo un periodo di residenza a Napoli (in un luogo suggestivo alle spalle dell’orto botanico), e successivamente a Torre del Greco, dove attualmente ha il suo studio. Nonostante siano diverse le esperienze espositive di Effe Minelli all’estero – ricordiamo a titolo d’esempio la performance Mimì and the Beauty Salon, realizzata nel 2022 presso la Kunsthaus di Amburgo – si segnalano negli ultimi anni interessanti momenti espositivi realizzati in Italia, come le mostre collettive: Camminiamo sul ciglio di un istante,negli spazi di Guarene della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (2022) e There Is No Time to Enjoy the Sun presso la Fondazione Morra Greco di Napoli (2021).
Il lavoro di Effe Minelli si concentra su tematiche chiave come l’identità e la fluidità di genere, la decostruzione del mito e della Storia e l’analisi del significato di monumento nel contemporaneo. Tali ambiti aprono, a loro volta, ulteriori tasselli e stratificazioni di significato nella ricerca dell’artista, che giungono a rendere gli interessi di Effe Minelli marcatamente eterogenei. La sua poetica si formalizza in modo specifico nella scultura, e in particolar modo nell’utilizzo della porcellana, e nella performance, che l’artista sviluppa in prima persona o affidando al performer la sua esecuzione. Tale approccio consente all’artista di mantenere una cifra formale coerente anche quando i due linguaggi, scultura e performance, si mescolano. In special modo, nell’approccio al linguaggio della scultura, Effe Minelli si concentra nella realizzazione di piccoli oggetti, talvolta parti del corpo, come braccia o piedi, concepiti come protesi indossate durante le performance. Tali oggetti in porcellana –cui si aggiungono maschere, copricapi o gioielli dalle forme arcaiche – rientrano in una ricerca che ha coinvolto, negli ultimi anni, diversi artisti in Italia e all’estero e che vede, proprio nella produzione di opere in ceramica di piccolo o medio formato, una forma espressiva particolarmente utilizzata e comune.
Tra i lavori più recenti si segnala l’installazione L’occhio della pernice, esposta nel 2022 presso lo spazio Zaza di Milano. L’installazione si compone di differenti oggetti (come i lavori The Mimicking Constellation e Fiore misantropo) che occupano le pareti e il pavimento della sala in cui la materia sembra fondersi e filare, decostruendo così qualsiasi accenno all’elemento figurativo. L’installazione si completa di una traccia sonora dal titolo This Is the Body We Have. Ricorrente è la figura del cucchiaino, anch’esso sottoposto a una sorta di stress termico e intrecciato per diventare, di volta in volta, una collana, un’armatura o un ornamento architettonico.
Pur partendo, formalmente e contenutisticamente, dai paradigmi estetici classici, il lavoro di Effe Minelli propone una deflagrazione di quelle stesse categorie che si trasformano in stereotipi e costrizioni nella contemporaneità più stringente. Una minore incisività si segnala nella realizzazione di installazioni ambientali, in cui le singole opere proposte possono apparire slegate fra loro e rispetto al luogo ospitante.
La ricerca di Effe Minelli appare consapevole e in fieri, i temi affrontati dalle sue opere raccontano di emergenze contemporanee, affrontate dall’artista a partire da esperienze personali ma che non si fermano al dato biografico, affondando le radici in una contestualizzazione teorica e artistica di ampio spettro.