Cerca
Close this search box.

panorama

Edoardo Piermattei

Ancona 1992
Vive e lavora a Torino
Studio visit di Giacinto Di Pietrantonio

Buongiorno lettori, da me e da Edoardo Piermattei che, nato ad Ancona, si diploma magistralmente a Torino con Marco Cingolani nel 2017. Tuttavia, già due anni prima fonda, insieme ad altri artisti, l’off-space SpazioBuonasera che movimenterà la Torino dell’arte di quegli anni. Il lavoro di Piermattei è profondamente legato alla tradizione espressiva italiana, collocabile tra sperimentazione contemporanea dei materiali, che caratterizza la Torino poverista, e la storia dell’arte di sempre. Difatti per “dipingere e scolpire” non si serve di materiali tradizionali della pittura e della scultura, ma del moderno cemento, rendendolo espressivo con il colore, una miscela con cui realizza sia opere scultoree, che pittoriche e ambientali, riallacciandosi impropriamente alla tradizione degli interni architettonici affrescati.

«Guardo agli affreschi di Cimabue e Giotto ad Assisi, concentrandomi sulle parti mancanti, dunque sulle macchie come assenza, mancanze dell’immagine o della storia, provocate dagli eventi o dal tempo». Difatti, lo studio è un luogo a metà tra l’atelier e il cantiere edile, dove si realizzano opere i cui temi affrontati con questo materiale edilizio riconvertito all’arte sono decisamente immersi nella cultura locale italiana, densa di artigianalità e spiritualità, riletta con un approccio decisamente critico. Infatti, le sue Madonne non sono ritratti ‘angelici’, i suoi santi non sono eterei e spirituali come nella tradizione, ma figure distorte avvizzite, quasi stregonesche, corpi iconografici della cultura popolare in cui si incontrano i segni del sacro e del profano. Un localismo che potrebbe sembrare inadatto all’internazionalismo provinciale dilagante, ma che invece considero un valore.

In Piermattei questo approccio è specialmente legato alla regione di provenienza, le Marche, con riferimenti propri e impropri che vanno da Scipione a Licini, da De Dominicis a Cucchi, non tanto, o non solo, per la forma, ma per i contenuti che egli colloca fra arcaismo, medioevo e barocco. Per questo i suoi soggetti sono spesso santi, cristi e madonne figurativamente improbabili, con un trattamento della materia che in alcuni casi ricorda, con originalità, il modellato delle ceramiche di Lucio Fontana. Una tensione plastica che, in modo simile, ritroviamo nelle ultime opere in cui il taglio d’apertura dei sipari rinviano, da un lato, al Fontana barocco e dall’altro all’apertura del vestito della Madonna del Parto di Piero della Francesca.