Cerca
Close this search box.

panorama

Chiara Calore

Abano Terme 1994
Vive e lavora ad Abano Terme e a Venezia
Studio visit di Stefano Coletto

Chiara Calore non è facilmente afferrabile, è sfuggente, le piacciono i percorsi laterali. Nasce in provincia di Padova. Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia ma non si diploma. Intraprende, invece, ricerche ed esperienze lavorative nel campo del restauro che la arricchiscono di sapienza tecnica e di riflessioni su immagini trovate. In questo periodo lavora a Mestre, in uno dei famosi studi condivisi nati, in questi ultimi anni, tra la città lagunare e la terraferma: Cadabra, ex negozio ed ex vetrina, ora incubatore di artisti che contaminano materiali, discorsi, stili e quotidianità. Nel 2018 le viene assegnato un atelier alla Bevilacqua La Masa. Oltre le numerose collettive (Venezia, Trento e Milano), ricordiamo nel 2021 la bi-personale con Giuseppe Gonella a Pietrasanta da Bonelli Arte e quindi la sua prima personale a Milano nel 2022.

Chiara Calore è una pittrice che ha recentemente affinato e perfezionato notevolmente la sua tecnica pittorica. L’abbiamo conosciuta per gli animali e i paesaggi boschivi dettagliati, poetici, squisitamente naturalistici, su piccole lastre di metallo o su tavola. Poi succede qualcosa. Comincia a manipolare immagini trovate in rete, iconografie sacre o appartenenti alla pittura storica, quindi nature morte, la Venere, la Maddalena. Dal digitale alla materia pittorica, per questo il medium di un artista è sempre una questione complessa. Con parole sue:  «Il mio lavoro è parte di una lunga e densa ricerca che fonde il passato con il presente, questo atteggiamento si manifesta attraverso la costante ricerca di fonti tratte dal web che sono spesso legate al contesto artistico, ovvero pittura, fotografia, manufatti antichi che si allacciano ripetutamente a qualcosa che ingloba il mondo naturale e animale. Da queste fusioni nasce un nuovo elemento, che quasi somiglia a qualcosa di ultraterreno e, a tratti, archetipico».

Chiara sembra violare le regole delle immagini e dei corpi; siamo animali, piante e uomini. Se ne parla molto in questi anni, tra difesa dei diritti e riflessione su una più complessa visione del sensibile che ci accomuna al cosmo vivente. La sua attualità sta in questa pittura multispecie, vitale e libera, conturbante e irriverente per i temi, che associa a un trattamento ardito della materia pittorica, con una notevole capacità di gestire composizioni complesse. Ha appena finito una grande tela sul tema tragico di Medea per una mostra collettiva imminente: vitalità e dramma insieme. Eccola al lavoro, in un dettaglio, e poi lo spazio vuoto, con i segni sul muro che ricordano la tela appesa. In un angolo, dietro a una bottiglia, in questo suo atelier ricavato nel grande open space di Cadabra, una seconda tela in fieri sul tema dei cavalli; si tratta di un progetto su commissione.

Il passaggio alla manipolazione dell’iconografia classica, a una sorta di d’après nella cultura del digitale, ha prodotto quel valore aggiunto che ha permesso a Chiara di dare struttura, organizzazione e incisività al suo istinto pittorico iniziale, che rischiava di essere relegato a un mondo delicato e fiabesco ma di maniera. La sfida non facile di scardinare stereotipi visivi e culturali l’ha resa più consapevole e sicura.

Di corsa, deve scappare a prendere un treno. Le chiedo di indicarmi un libro e mi suggerisce di leggere Filelfo, L’assemblea degli animali.