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panorama

Carmela De Falco

Napoli 1994
Vive e lavora a Napoli
Studio visit di Chiara Pirozzi

Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Napoli, il percorso formativo di Carmela De Falco l’ha vista frequentare fra il 2016 e 2017 l’Akademie der Bildenden Kunste a Monaco e l’ENSA – Ecole Nationale Superieure di Dijon in Francia. Il suo studio è uno spazio di coworking in cui lavorano altri giovani artisti – Clarissa Baldassarri, Lucas Memmola e Gabriella Siciliano – e, come l’artista sottolinea, la scelta di condividere un comune spazio di lavoro non è soltanto finalizzata a un abbattimento dei costi ma anche a ritagliarsi momenti d’incontro e confronto, ovvero crearsi la possibilità di fare comunità. Tale scelta risulta interessante e certamente da monitorare rispetto alle potenzialità di lavoro e di ricerca che potrebbero instaurarsi nel confronto fra questi giovani artisti.

La ricerca di Carmela De Falco si concentra prevalentemente su due filoni d’indagine: il primo si riferisce all’analisi delle relazioni esistenti fra i diversi tipi di linguaggio e i rispettivi modelli di comunicazione, il secondo si basa sull’interpretazione e la rappresentazione dello spazio, sia esso pubblico o privato, attraversato e vissuto. I suoi lavori si formalizzano in video, performance, fotografie, installazioni ambientali e sonore. La compresenza di differenti media nella produzione rende il lavoro di De Falco composito, anche a dimostrazione di una padronanza nell’utilizzo di linguaggi dissimili.

Parte dei lavori dell’artista, realizzati anche in anni meno recenti, è ancora inedita oppure è stata esposta in contesti non italiani. Fra le opere realizzate invece di recente e presentate in contesti italiani, va menzionata l’installazione ambientale dal titolo Cartografia delle voci, esposta nella collettiva There Is No Time to Enjoy the Sun presso la Fondazione Morra Greco di Napoli. Il lavoro si compone di un’installazione sonora e di una stampa su carta. Attraverso il linguaggio scritto e quello parlato, Carmela De Falco rappresenta un paesaggio alternativo delle strade quotidianamente attraversate nel centro storico di Napoli, facendo leggere a un attore – senza alcuna particolare inflessione tonale – scritte, tag, frasi e graffiti trovati sui muri delle strade percorse. Il risultato è una toponomastica non conforme alla realtà di fatto, che per l’autrice rappresenta un modo di prendere nuova consapevolezza degli ambienti familiari, attraverso differenti modalità comunicative e linguistiche.

L’indagine sui modi di determinazione di uno spazio abitato attraverso la relazione di esso con il corpo è espressa dall’artista in un lavoro ancora inedito, prodotto di recente, dal titolo Gesture Repetition. Si tratta di un video nel quale una performer si muove nello spazio ripetendo senza sosta e in sequenza alcuni gesti che, in modo inconsapevole, vengono compiuti quando si parla. Spostandosi nello spazio, fino a occupare l’orizzontalità del pavimento, il corpo della performer invade l’ambiente come fosse una materia scultorea, annullando la comunicazione linguistica a favore del gesto e del rumore, altrettanto inconsapevole, prodotto dal movimento. La ricerca sullo spazio e sul linguaggio si esplicita anche in un progetto in fieri dal titolo Room Portraits, una serie di cianotipie realizzate in specifici ambienti domestici nelle quali resta impressa la traccia del passaggio delle persone che abitano quelle stesse stanze. Con questo lavoro De Falco riflette sul rapporto fra immagine e immaginario, andando a indagare i concetti di rappresentazione e di interpretazione. La sua ricerca si modula prevalentemente nella realizzazione di opere singole, ciascuna caratterizzata da uno specifico contenuto, piuttosto che in progetti di più ampio respiro nei quali i temi affrontati possano essere approfonditi e sviscerati in forme molteplici.

La giovane età dell’artista, che si rispecchia in una produzione e in occasioni espositive numericamente ancora limitate, non ostacola, a ogni modo, un approccio alla ricerca che appare maturo e un’attenzione puntuale e professionale a ogni aspetto della realizzazione dell’opera. I temi trattati risultano interessanti e sono risolti con piglio originale, a Carmela De Falco resta di entrare con maggiore spessore teorico negli argomenti presi in esame, al fine di elaborare progetti nei quali le sue riflessioni vengano maggiormente sostanziate e organizzate in una produzione progettuale più organica.