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panorama

Calori & Maillard

Letizia Calori, Bologna 1986; Violette Maillard, Bourg la Reine 1984
Vivono e lavorano a Bologna e a Milano
Studio visit di Marco Scotti

Siamo a Bologna, nello studio delle due artiste, l’unico luogo, forse, dove una pratica collaborativa e portata avanti spesso a distanza prende forma, al di fuori delle occasioni espositive. Letizia Calori e Violette Maillard lavorano insieme dal 2009; dopo un momento di formazione comune all’Università IUAV di Venezia nel corso di Arti visive, l’esperienza prosegue con quattro anni a Francoforte, dove hanno studiato con Tobias Rehberger, per arrivare alla residenza presso lo ISCP – International Studio and Curatorial Program di Brooklyn, dopo aver vinto il Premio New York nel 2015. Oggi si dividono tra Bologna e Milano, lavorano anche su progetti in solo ma, a guardare la loro ricerca, sembra possibile seguire una linea continua e coerente, segno di un percorso che ha come punto di inizio un loro lavoro del 2014: L’Oiseau de feu (A Ballet for Tower Cranes), un intervento performativo site-specific che prende forma tra la Bibliothèque de l’Opéra di Parigi e il Laban Centre for Contemporary Dance e che rileggeva e rimetteva in scena il balletto omonimo in un grande cantiere nel centro di Frankfurt am Main, con le gru a torre a interpretare i personaggi. Le macchine, completamente defunzionalizzate, erano al centro di una immensa performance adattata a partire dai movimenti del corpo umano, poi documentata e portata al centro di diverse mostre. «Volevamo smuovere qualcosa di totalmente immobile, come la costruzione del nuovo centro capitalistico di Francoforte avvenuta dal dopoguerra a oggi, rappresentato da una serie di grattacieli, ognuno con una propria identità architettonica che andava a rappresentare una banca dominante nell’Occidente. Le gru danzavano in un’area che in quel momento veniva ricostruita e rigenerata intorno all’edificio della nuova Banca Centrale».

Rileggere questo momento è fondamentale per capire la ricerca che Calori & Maillard stanno portando avanti. Le due artiste sono infatti al lavoro su un momento conclusivo del ciclo iniziato con L’Oiseau de feu, un percorso che ha visto, dopo la prima coreografia, approfondire l’idea di una impersonificazione delle architetture con il progetto Fashion Show. Quest’ultimo prevedeva la creazione di sculture indossabili e set fotografici a Manhattan, al termine della residenza all’ISCP, ponendo le basi anche per sviluppi successivi, come per esempio quelli di Energia potenziale, dove alcuni di questi personaggi venivano messi in scena sulle architetture disegnate da Santiago Calatrava a Reggio Emilia e successivamente portati sui billboarddella città grazie all’immagine fotografica. Un lavoro così articolato è normale che porti anche a esiti eterogenei e a percorsi che possono prendere altre direzioni, come nel caso di Immortal Game, una scacchiera realizzata con oggetti trovati riconducibili all’immaginario del modello architettonico, originariamente pensata per studiare le scene, i movimenti e le coreografie, successivamente riportata alla dimensione ludica e performativa.

Oggi, l’obiettivo di Calori & Maillard è arrivare allo smantellamento di questi simboli: «prima abbiamo creato dei personaggi, attraverso sculture indossabili che entrano in relazione con i corpi. Così l’architettura poteva muoversi, ballare, essere goffa, avere dei difetti. E alla fine morire. Negli script che abbiamo realizzato, ad esempio, la sede di Commerzbank è stata trasformata in una sorta di supereroe con un mantello, un neon e piccole piante di plastica. Un anti-Batman in pratica». La trasformazione delle architetture tramite la costruzione di set e scenografie, svela i simboli di potere che governano il nostro vivere quotidiano, ed è il filo conduttore che ha portato alla costruzione di questo ciclo, che fin dall’inizio si è configurato come un fashion show.

Il progetto attualmente in corso – da quasi due anni – rappresenta un momento conclusivo: un film Super8 ambientato nell’isola di Creta che porta tutti questi personaggi a sfilare un’ultima volta, in un luogo significativo per diversi motivi: «rappresenta le città-stato create in maniera organica, le città-palazzo, ma è anche la culla della civiltà minoica, il cui linguaggio non è ancora stato decodificato e che non aveva fortificazioni». Lo studio delle location è già in fase avanzata, dalla grotta di Psychro – dove si dice sia nato Zeus – al palmeto di Vai, oggi quasi inaccessibile, fino ai grandi siti archeologici. «A volte sembra un film western, poi appare un vulcano oppure una montagna: per noi rappresenta l’antitesi rispetto al lavoro realizzato a Francoforte».