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panorama

Andrea Galvani

Verona 1973
Vive e lavora a New York e a Città del Messico
Studio visit di Elisa Carollo
11 aprile 2024

Andrea Galvani è uno spirito nomade che ha trovato negli Stati Uniti e in Messico il territorio per lo sviluppo della sua pratica concettuale.

Basandosi sugli aspetti già evidenziati da Angel Moya Garcia nel precedente studio visit, questo editoriale intende concentrarsi sulle dimensioni concettuali, esistenziali, filosofiche e spirituali che costituiscono la forza trainante di un nuovo corpus di opere, The Void Migrates to the Surface (2021-2024), che l’artista presenterà in anteprima in Messico entro la fine di quest’anno e che sarà immediatamente seguito da un fitto programma espositivo internazionale nel 2025.

Al momento del nostro incontro ci troviamo entrambi in Messico dove, attraverso un’approfondita conversazione divisa in due incontri – prima a Guadalajara e poi a Città del Messico –, Galvani mi introduce a un’affascinante indagine sulla natura stratificata, complessa e non lineare del tempo.

Questo nuovo progetto cui sta lavorando incessantemente da più di tre anni si manifesterà in quello che lui definisce “uno spazio esperienziale”: una monumentale installazione site specific che cambierà configurazione nei diversi luoghi espositivi che la ospiteranno e che sarà costituita di sei canali video, elementi scultorei, fotografia, audio, ceramica, opere tessili e performance.

Sviluppato in collaborazione con il North Carolina Museum of Natural Sciences, il K. Lisa Yang Center for Conservation Bioacoustics e con la Macaulay Library della Cornell University e prodotto tra Stati Uniti, Messico e la mitologica e sacra Sierra del Perù, questo progetto inedito attraversa tematiche importanti che toccano sensibilmente il momento storico che stiamo vivendo: il fragile equilibrio geologico-politico, l’estinzione di massa delle specie, la biodiversità e la inter-multi-transitorietà delle manifestazioni della vita. L’intento è di dirigere la nostra attenzione sulla vita stessa in tutte le sue denominazioni: il suo inesorabile ciclo temporale, che diviene nel lavoro dell’artista un tempo filosofico, cosmico e assoluto che contiene concetti di trasformazione, caducità, morte e rinascita.

Fulcro nevralgico di questo nuovo progetto è infatti un’azione, potentissima: estendere la breve vita di venti differenti specie di farfalle provenienti da diversi territori del Sud America, da poche settimane a 72 anni, l’aspettativa di vita umana media globale.

Ciò che Galvani mette in atto, utilizzando nuove e avanzate tecnologie in grado di rallentare il tempo di ripresa filmica sino a un milione di fotogrammi al secondo, è uno spazio concettuale che innesca un cortocircuito percettivo e ci proietta in una dimensione pluriprospettica ed emozionale dell’esistenza e del tempo. Un tempo che viene da lui fisicamente manipolato, frazionato e rallentato vertiginosamente. Non si tratta quindi di una semplice rielaborazione della dimensione temporale cinematografica, già brillantemente trattata da artisti come Christian Marclay che, con il suo riallineamento ed editing sartoriale di materiale filmico storico ci presentava un nuovo ordine di narrazione. Quello a cui Galvani sta lavorando è qualcosa di estremamente diverso: è un’azione in grado di distorcere la nostra univoca e personale percezione del flusso del tempo, proiettandosi concretamente in altri tempi esistenziali e aprendo una destabilizzante riflessione di riconsiderazione del nostro ruolo nell’ordine del cosmo.

Ciò che un tale tipo di operazione incoraggia è considerare, ed esperire, un flusso continuo di istanti in cui passato presente e futuro si compenetrano, in tre tempi che confluiscono grazie alla memoria e all’anticipazione. Qualcosa di cui Bergson aveva parlato, ben prima di questi avanzamenti tecnologici che hanno inesorabilmente modificato il nostro senso del tempo.

Se fin dai suoi primordi l’arte è stata un esercizio di esorcizzazione del tempo e della morte, quella proposta da Galvani è una riflessione complessa ma estremamente lucida di traduzione del tempo in fenomeno estetico che assume una direzione politica ed esistenziale estremamente chiara: comprendere che la vita è un evento che incarna il tempo in un flusso naturale continuo, privo di perimetri.

Un intervento che evolve e solidifica la sua ricerca e il suo timbro apportando una nuova interessantissima dimensione al suo lavoro, e riuscendo ad attraversare problematiche rilevanti che si fondono in un’architettura concettuale solida e profonda. Il progetto che Galvani sta sviluppando ha il potenziale di una rilevante dimensione filosofica, spirituale e poetica che tramite un’esperienza nuova e intima con la natura diviene riflessione sull’esistenza stessa.

Foto di Andrea Galvani Studio
Foto di Andrea Galvani Studio