Cerca
Close this search box.

panorama

Andrea Fontanari

Trento 1996

Vive e lavora a Trento e a Venezia

Studio visit di Elisa Carollo

Il lavoro di Andrea Fontanari consiste in una serie di annotazioni visive, astrazioni ed estrazioni di momenti di vita e quotidianità. Questi vengono catturati e ripresi con l’immediatezza di una pittura rapida e mai racchiusa in una precisa struttura grafica, costruita tramite un accostamento libero di masse di colore e velature sovrapposte, senza temere di lasciare anche spazi bianchi ad alimentare la freschezza delle immagini.

Dal punto di vista tecnico, l’artista procede tramite un processo di estrazione e interpretazione, principalmente mentale, di momenti quotidiani spesso derivanti da spunti fotografici, seguendo un preciso intento iperrealistico ma lavorando anche per sottrazione, in modo da lasciare alla natura della luce e del colore il ruolo di veri protagonisti. L’artista descrive le sue opere come un tentativo di ragionare a posteriori su momenti dell’esistenza che costituiscono la quotidianità e nell’insieme contribuiscono a creare il senso della nostra vita. L’intento è quello di comunicare momenti universali, investigare come, attraverso la pittura e l’interazione con oggetti e ambienti, creiamo il nostro senso di mondo.

Fontanari confessa che il 2022 è stato un anno meno intenso, se paragonato alla rapidità del suo percorso da quando era ancora studente a Venezia. Questo gli ha però permesso, finalmente, di fermarsi e guardare il lavoro fatto finora ma, soprattutto, di interrogare e individuare cosa veramente voglia dalla sua arte e dalla sua carriera di artista. Al momento della nostra visita stava lavorando a una serie di lavori a olio su carta per una prossima mostra a Roma: qui il gesto pittorico si è fatto ancora più frammentato e subitaneo, con ampie pennellate che riassumono intere zone della composizione restituendo l’impressione di quel momento. L’artista rivela che, di recente, ha sempre più liberato il suo gesto pittorico, cambiando molto gli equilibri fra segno e immagine, sebbene la figura rimanga centrale nella poetica. D’altra parte, Fontanari si dichiara interessato anche a esplorare sempre più la frammentazione dell’immagine, sia metaforica sia fisica, come nel processo di decomposizione e riassemblaggio della tela attuato per l’opera prodotta per il premio Cairo a Milano.

A seguito anche di questo ultimo anno, l’artista dimostra di avere acquisito una nuova consapevolezza, ovvero quella di voler indagare maggiormente le possibilità espressive e allegoriche di segno e colore, ‘aprendo’ maggiormente le sue immagini, pur non abbandonando la figurazione. Un esito permesso anche da un volontario momento di silenzio, seguito alla sua rapidissima ascesa.

Sebbene molto giovane, l’artista presenta come indubbio punto di forza una buona cognizione e il dominio del proprio fare pittorico, che si traduce in un intimo e fresco viaggio in momenti di vita e arte. D’altra parte, Fontanari rischia talvolta di risultare ancora troppo ancorato a una realtà domestica e decisamente provinciale, sia nei soggetti, sia nel pubblico che lo sostiene.

Aprirsi e cercare nuove opportunità per allargare i propri orizzonti espressivi, narrativi e personali, tramite, per esempio, esperienze all’estero, sembra necessario per permettere una progressiva maturazione di questo giovane talento della pittura italiana.

Foto Mattia Ottaviani
Foto Mattia Ottaviani