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panorama

Alessia Armeni

Roma 1975
Vive e lavora a Roma
Studio visit di Gaia Bobò
26 aprile 2024

Lo studio di Alessia Armeni affaccia sul cortile interno di un complesso di edifici nel quartiere di Torpignattara, a Roma. L’illuminazione naturale e quella artificiale nel suo studio sono sapientemente progettate; non potrebbe essere diversamente per un’arena pensata per accogliere un lavoro che, come il suo, vive in un intreccio perpetuo con l’ambiente circostante e con le sue alterazioni luminose.

Di recente, ha preso parte al programma di residenze d’artista di Viafarini, a Milano, città in cui si è formata completando gli studi di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1999.

Nella sua ricerca pittorica, Armeni si interessa alle variazioni minime della luce e del colore, intesi come strumenti esplorativi e conoscitivi del suo spazio. Partendo dallo studio cromatico, l’artista ha definito negli anni una propria palette, risultato di una costante indagine percettiva in cui ogni colore diviene una corda vibrante, capace di restituire l’esattezza di una sensazione o di un’esperienza.

Nonostante la natura estremamente analitica del lavoro di Armeni, la sua pittura non risulta mai algida e, al contrario, trova la propria specificità nelle superfici vivaci, mosse dal ritmo variabile delle pennellate e dall’accostamento attento dei diversi colori. Il suo universo percettivo appare in continua espansione, pur conservando un’identità forte, che le consente di mantenere un’estrema coerenza e, allo stesso tempo, di ammettere immaginari e soggetti tra loro distanti, tra cui porzioni architettoniche, personaggi dei cartoni animati, giardini fioriti e ‘profili perduti’.

La sua ricerca è espressione di una spiritualità personale e radicale, per mezzo della quale scompone e riorganizza i segni del mondo esterno, traslandoli nella sospensione di un tempo interiore faticosamente conquistato. La pratica di Armeni rivendica il suo andamento lento che, negli anni, ha permesso una progressiva rarefazione delle forme e dei volumi. Questa lunga sedimentazione colloca il suo lavoro al di fuori di una certa modalità frenetica del fare che invece sembra imporsi oggi come una strada obbligata. Nel suo genere, Armeni agisce come una battitrice libera, rivendicando il valore dei codici originari del linguaggio pittorico e della storia dell’arte, che vengono ridiscussi attraverso continue transizioni semantiche.

Tra le opere presenti nello studio si trovano alcuni dipinti della serie di 24h_painting, un ciclo pittorico realizzato su una tela ripartita in ventiquattro fasce di uguali dimensioni, ognuna corrispondente a una campionatura della gradazione di colore proiettata sulla medesima parete, una per ciascuna ora del giorno. Il dipinto, in questo modo, diviene dispositivo di misurazione non solo di una dimensione temporale, ma anche di un’ossessione verso la medesima porzione di spazio. Su questa scia, nella nuova produzione, l’artista attiva una ricerca sulla proprietà sensibile dei diversi ambienti in cui dipinge e, in particolare, sulla capacità di trasformazione degli stessi. Si tratta di opere site-specific votate alla ricostruzione di architetture che sembrano così accedere a una peculiare dimensione metafisica. In diversi lavori recenti emerge inoltre un’attenzione verso la dimensione del linguaggio verbale, che fa capolino grazie a una pratica di nomenclatura poetica dei colori utilizzati, ora rinforzando nessi e connessioni logiche, ora provocando inaspettate vertigini.

L’esattezza pretesa dall’artista nella concezione sia del singolo dipinto sia nella costruzione dei suoi progetti espositivi sembra talvolta costituire più un freno che un acceleratore. Al contrario, invece, ritengo che la sua chiarezza di visione saprebbe rendere al meglio se venisse leggermente forzata ed espressa in una declinazione più ambiziosa. L’occasione di un progetto espositivo così concepito, quasi uno statement metodologico esasperato in potenza, potrebbe costituire una sfida interessante per l’artista e consentire allo sguardo critico un inquadramento più definito del suo universo estetico.

Tuttavia, occorre dire che i dipinti di Armeni, diversamente da molta pittura contemporanea, vivono di vita propria, senza doversi vincolare a soluzioni spaziali scenografiche, capaci di affermarsi come entità assolute. L’opera non smette mai di essere icona, corpo energetico capace di attivare lo spazio circostante attraverso la definizione di un perimetro pittorico luminoso, sempre sorprendente nelle sue minime variazioni.