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panorama

Maurizio Esposito

Napoli 1982

Vive e lavora a Napoli

Studio visit di Chiara Pirozzi

Maurizio Esposito si divide fra il centro storico di Napoli e Torre del Greco, dove sono i suoi studi. Dopo una formazione in discipline umanistiche e un dottorato in gender studies, la pratica di Esposito procede attraverso un’indagine sul paesaggio condotta mediante un approccio emozionale, sociale ed etico. Tale attitudine si intreccia costantemente con il dato biografico da cui l’artista parte per la realizzazione di lavori in cui il paesaggio è analizzato come un sistema complesso, dall’equilibrio precario e dove la presenza umana, se non fisicamente presente, lascia le tracce del suo passaggio. I progetti di Maurizio Esposito si compongono di serie fotografiche, di medio o grande formato, che rappresentano gli esiti di lunghi processi di ricerca contenutistica e formale su specifici temi, presentati sia nella loro forma integrale sia come selezione di scatti, e proposti dall’artista secondo modalità e visioni differenti in risposta alle specificità spaziali dei diversi contesti espositivi. I territori fotografati da Esposito sono luoghi attraversati dalla sua memoria, in grado di trasformarsi in un diario visivo nel quale resta traccia di un forte senso d’appartenenza, oltre che di forme necessarie e non pretestuose. Fra i progetti da menzionare, la serie di dittici Forse un attimo – il cui titolo rende omaggio alla poesia di Eugenio Montale che fa da sfondo evocativo agli scatti ritrae uomini e donne di spalle, amici e persone care all’artista, il cui volto, celato, si trasforma in un punto di vista immerso nel paesaggio. Napoli, il Marocco e le Dolomiti, sono alcuni dei territori in cui Maurizio Esposito realizza le fotografie, creando una cartografia dell’anima dove la rappresentazione oggettiva cede il passo all’esperienza percepita e trasferita all’osservatore. L’atto del fotografare rappresenta per Esposito una pratica d’esigenza, una presa di consapevolezza e di analisi rispetto ad accadimenti, siano essi personali o legati a processi culturali e sociali di ampio respiro. Da sempre legato ai territori che circondano le pendici del Vesuvio, Maurizio Esposito è stato fra i primi a realizzare un lungo e intenso progetto fotografico sull’incendio che nell’estate del 2017 ha distrutto vaste porzioni dell’ecosistema e del peculiare paesaggio boschivo alle pendici del vulcano. Vesuvio, 11 luglio 2017 è il titolo del lavoro, composto da 23 fotografie scattate nell’arco di circa tre anni, in cui l’autore ritrae un paesaggio ferito, attraversato dalla luce e un sottobosco che, inesorabile nel corso del tempo, si riappropria dei suoi spazi, riprendendo a vivere. Le fotografie che compongono questo progetto si fanno così testimonianza storica e sociale di avvenimenti e narrazioni filtrati dallo sguardo emozionato dell’autore. Negli ultimi mesi Maurizio Esposito ha intrapreso una ricerca tesa ad approfondire, sia da un punto di vista contenutistico sia poetico, gli esiti e i processi legati al tema dell’Antropocene, lasciandosi orientare dalla lettura del testo di Matteo Meschiari, Antropocene fantastico. Tale approfondimento tematico non appare, in Esposito, un radicale cambiamento rispetto ai contenuti espressi nei lavori passati, piuttosto si conferma un’evoluzione verso una maggiore presa di consapevolezza e di responsabilità. L’artista è al momento impegnato nell’organizzazione di una serie di campagne fotografiche che lo condurranno in viaggio in Italia e all’estero alla ricerca di paesaggi che, a causa della perpetuata azione da parte dell’uomo, si sono estinti, perdendo così le proprie specificità e biodiversità. La ricerca sull’Antropocene da lui intrapresa si inserisce in un ambito vasto, che negli ultimi anni ha visto l’interesse di molti artisti, con esiti progettuali variegati; Maurizio Esposito dovrà proporne interpretazioni interessanti e puntuali in linea con le scena della fotografia d’autore italiana e internazionale.