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panorama

Sebastiano Sofia

Verona 1986

Vive e lavora a Milano e a Verona

Studio visit di Edoardo De Cobelli

Lontano dalla socialità e dalla flemma che avvolge il piccolo mondo dell’arte contemporanea, Sebastiano Sofia è un artista riservato, che ormai da un anno a questa parte interpreta la pittura come un esercizio esistenziale di immersione meditativa. Scultore di pratica e di formazione, dalla fine dell’anno passato si è invece dedicato totalmente alla pittura e al disegno, ospitato in uno studio del collezionista Mauro De Iorio, in residenza a Verona. Da autodidatta, Sofia ha intrapreso quel percorso in salita che consiste nella ricerca dello spazio intimo e profondamente personale della pittura a olio, che può spesso derivare solo da un isolamento interiore e da una certa disposizione alla rinuncia. Se il bacino iconografico cui Sebastiano attinge, tanto nelle sculture quanto nei dipinti, è in partenza antropomorfo, le narrazioni di corpi e forme che emergono dalle tele sono frutto di una relazione indistinguibile tra soggetti e ambientazioni. Nei suoi dipinti, il dominio delle cose sembra non spettare né ai corpi umani, né al mondo animale o al contesto in cui sono avvolti, ma a tutto quanto insieme. L’immaginario apparentemente malinconico delle forme e dei colori sembra affiorare da un immaginario istintuale, allo stesso tempo primordiale ed esistenziale. Le raffigurazioni paiono riprendere le atmosfere di natura di Rousseau, ma come sogni ripercorsi al mattino, narrazioni sfilacciate dai contorni lacerati, che si perdono nel gioco del ricordo, tra sentimenti informi di paura o desiderio.

Nel panorama contemporaneo, Sofia è uno degli artisti rappresentativi del movimento di ritorno allo sguardo solitario della pittura che, forse anche complice la quarantena, ha stimolato in questi anni una riflessione intimista all’interno dell’arte italiana, attraverso uno dei medium più tradizionali. In poco tempo, per tale ricerca, Sofia è riuscito a cogliere, attraverso la pittura, uno sguardo sull’anima delle cose, a partire dalla sua. I colori forti ma anche scuri, uniti a forme spigolose, ricordano l’espressionismo tedesco, ma l’impronta primitiva, come le maschere sostitutive dei volti e la vegetazione al tempo magica e minacciosa, riportano ancora più indietro, dove il primitivismo guardava all’arte africana non solo per trovare nuove suggestioni, ma anche un rapporto più diretto tra l’uomo, la sua essenza animale e il suo contesto naturale. Una relazione, quest’ultima, oggi tornata attuale, che Sofia reinterpreta in maniera non esplicita né programmatica, ma all’insegna di un intimo esistenzialismo.

Dopo aver inaugurato la sua mostra personale a Milano con la galleria Boccanera, che presentava il lavoro di quest’ultimo anno, Sebastiano ha terminato la residenza dedicandosi a dipinti di più ampio formato, in parte presentati a Torino nei giorni di fiera, in parte ancora in fase progettuale.

Anche se frutto di una maturazione personale, oltre che di una straordinaria evoluzione tecnica e stilistica, la pittura di Sebastiano Sofia è all’inizio di un percorso. Bisognerà dunque vedere se l’artista sarà in grado di dare continuità alla sua ricerca, consolidando l’impulso che l’ha portato a sviluppare un linguaggio pittorico personale in un’espressione che unisca, magari, la vocazione alla scultura alla pittura su tela. A differenziarlo, tuttavia, da gran parte dei pittori italiani, su questo percorso nella tecnica a olio, è la tecnica di creazione manuale dei colori, che realizza a partire da una selezione di pigmenti e che gli permette di ottenere un’intensità notevole per gli sfondi e i soggetti rappresentati.